La Cgia di Mestre stima gravi perdite economiche per gli italiani nel 2020. Preoccupa la disoccupazione, con mezzo milione di posti di lavoro polverizzati.
VENEZIA – La Cgia di Mestre disegna un quadro a fine 2020 ampiamente negativo per l’economia italiana a causa della pandemia.
Ogni italiano perderà 2.500 euro
A causa del Covid, secondo quanto stimato dall’associaazione degli artigiani, ogni italiano perderà mediamente quasi 2.500 euro (precisamente 2.484), con punte di 3.456 euro a Firenze, di 3.603 a Bologna, di 3.645 a Modena, di 4.058 a Bolzano e addirittura di 5.575 euro a Milano. E’ la stima della contrazione del valore aggiunto per abitante a livello provinciale fatta dalla Cgia.
Il Sud “torna” al 1989
Disaggregando i dati per Aree, risulta che il Pil del Sud Italia scivolerà allo stesso livello del 1989, con una contrazione pari al 9%. Su base regionale Molise, Campania e Calabria torneranno allo stesso livello di Pil reale conseguito nel 1988 (32 anni fa) e la Sicilia nientemeno che a quello del 1986!
Il commento della Cgia
“Con meno soldi in tasca, più disoccupati e tante attività che entro la fine dell’anno chiuderanno definitivamente i battenti – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – rischiamo che la gravissima difficoltà economica che stiamo vivendo in questo momento sfoci in una pericolosa crisi sociale. Soprattutto nel Mezzogiorno, che è l’area del Paese più in difficoltà, c’è il pericolo che le organizzazioni criminali di stampo mafioso cavalchino questo disagio traendone un grande vantaggio in termini di consenso. In questa fase di emergenza, pertanto, tutto ciò va assolutamente evitato, sostenendo con contributi a fondo perduto non solo le attività che saranno costrette a chiudere per decreto, ma anche una buona parte delle altre, in particolar modo quelle artigianali e commerciali, che, sebbene abbiano la possibilità di tenere aperto, già da una settimana denunciano che non entra quasi più nessuno nel proprio negozio. Infatti, solo se riusciremo a mantenere in vita le aziende potremo difendere i posti di lavoro, altrimenti saremo chiamati ad affrontare mesi molto difficili“.
La disoccupazione
La Cgia osserva con preoccupazione anche la tenuta occupazionale. Se nei prossimi mesi il numero dei disoccupati fosse destinato ad aumentare a vista d’occhio, la tenuta sociale del Paese sarebbe a forte rischio. Grazie all’introduzione del blocco dei licenziamenti, nel 2020 gli occupati scenderanno di circa 500 mila unità. Un dato certamente negativo, ma lo sarebbe stato ancor più se la misura sopracitata non fosse stata introdotta dal Governo nel marzo scorso. In termini percentuali sarà sempre il Mezzogiorno la ripartizione geografica del Paese a subire la contrazione più marcata (-2,9 per cento pari a -180.700 addetti). Sicilia (- 2,9 per cento), Valle d’Aosta (-3,3 per cento), Campania (- 3,5 per cento) e Calabria (-5,1 per cento), invece, saranno le regioni più colpite.